
Che bello il mare vestito d’inverno, pochi esseri vocianti sulla spiaggia e si sente il grido di noi gabbiani che ci buttiamo in picchiata su qualsiasi cosa possa essere ingerito.
Oggi c’è il sole, l’aria è sibillina e il cielo di un azzurro terso.
Sono arrivati gruppetti di umani con il naso arrossato, sarà il freddo...
Cercano sulla spiaggia non so cosa...spero non cerchino cibo anche loro, d’inverno è un po’ magra.
Stanno in silenzio concentrati, deve essere importante.
Raccolgono conchiglie, grandi e piccole; pezzetti di legno portati chissà da dove dal mare; no! anche un granchio, peccato; sassi, sabbia...
Stanno tornando nell’entroterra attraverso la pineta e anche qui raccolgono pigne e rami di pino a terra, qualcuno trova una ghianda, deve essere sfuggita allo scoiattolo.
Li seguo con lo sguardo finche riesco, poi volo sopra di loro.
Entrano in un edificio che d’estate è straripante di piccoli umani chiassosissimi, quasi più di noi gabbiani.
Dalla finestra vedo che posano tutto ciò che hanno raccolto vicino a sacchi con dentro sabbia gialla, sabbia bianca, quello sembra pieno di pezzetti di carbone.
Un’ umana con le piume riccie spiega che faranno un “mandala” con farina di mais, farina di grano, carbone, sabbia e tutto ciò che è stato raccolto.
Dice che il mandala è di origine tibetana, ma anche in altre cultura si trova qualcosa di simile. Trova il proprio senso nella esecuzione stessa. Ah! Ho capito: è un gioco, come quando noi gabbiani disegniamo piroette nel cielo.
Nella stanza si diffonde una musica, questi umani danzanti e silenziosi scelgono e poi compongono questo enorme quadro.
Anch’io vorrei portare una radice di bamboo che ho nel mio nascondiglio segreto, ma non voglio lasciare il mio punto d’osservazione.
E’ finito, sembra un giardino, un insieme di tanti pezzetti creati con stili e pensieri diversi ma con un’ unica armonia.
Beh! non sono un critico d’arte, ma devo dire che questo “mandala” è proprio bello!
E’ già ora di cena, meglio rientrare alla base.
Mentre volo verso la spiaggia mi riecheggia in testa una frase che ho sentito da più umani:
“Che tesoro la Marta!”
Deve essere una frase magica.
Rita
23 Gennaio 2010
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