
Dodici minuti di applausi e standing ovation per PA-RA-DA di Marco Pontecorvo, il film che ha aperto, il 28 agosto, Orizzonti in Sala Grande a Venezia. Attori, acrobati e il regista esordiente lanciavano nasi rossi sul pubblico che si contendeva il gadget per indossarlo immediatamente.
La pellicola racconta la storia vera di Miloud Oukili, il clown giunto a Bucarest nel 92 - tre anni dopo la fine della dittatura di Ceausescu - e il suo incontro con i "bosketani", i bambini che vivono nei tombini di Bucarest.
"Questa storia l'ho trovata per caso, leggendo un quotidiano e vedendo un telegiornale. Ho incontrato Miloud, e subito dopo sono volato a Bucarest per rendermi conto di persona della situazione. Li' ho deciso che questo film lo dovevo fare".
Nasce da un'urgenza morale 'Parada', primo film italiano in competizione in Orizzonti ed esordio nel lungometraggio del figlio d'arte Marco Pontecorvo che racconta la vera storia di un clown di strada, Miloud, mezzo algerino e mezzo francese, che per ben quindici anni è sceso letteralmente all’inferno. Nei tombini e nelle fogne di Bucarest, dove migliaia di bambini vivono una vita allucinante. Fatta di droga, stupri, pedofilia, prostituzione. Degrado assoluto.
"Il film Parada - dice il vero Miloud nella conferenza stampa di presentazione - non si puo' scindere dal progetto reale Parada, non avrebbe senso. Quest'opera era importante, al di la' dei suoi meriti artistici, proprio perche' testimonia gli sforzi, le difficolta' e i successi di quindici anni di lavoro.
L'avventura di Miloud comincia nel 1992, quando poco piu' che ventenne si reca in Romania per "visitarla subito dopo la rivoluzione". E' giovane, idealista e giramondo, ma il suo viaggio non ha al principio un significato umanitario. "E' stato l'incontro con alcune ONG del posto e con le straordinarie persone che vi lavoravano a farmi scoprire questa realta' e un nuovo orizzonte di senso", racconta "il clown-acrobata". Miloud si avvicina a questi piccoli disadattati, orfani avviati verso la microcriminalita' di strada, sniffatori di colla e fragili vittime nella mani di adulti senza scrupoli, li conquista con la magia e l'arte del circo, gli trasmette i ferri del mestiere e dopo appena un anno e innumerevoli difficolta', costruisce con loro uno spettacolo, Parada (diventato nel 1996 una Fondazione operante ovunque), che costituira' il viatico verso la riconquista di una vita nuova.
Un’avventura positiva, la sua: immergendosi in quel mondo senza né giudicare né risparmiarsi, Miloud è riuscito a salvare oltre mille giovani orfani. Coinvolgendoli nella sua attività di artista di strada - la sua associazione si chiama, appunto, Parada - e avviandoli allo studio o al lavoro. E’ questa la storia che il regista ha voluto portare sullo schermo: lieto fine insomma, anche se con la consapevolezza che c’è ancora tanto da fare. E che di ragazzi abbandonati a se stessi il mondo è pieno: “E’ un tema universale - spiega il regista - cose del genere accadono in Brasile, a Parigi, quasi ovunque. Solo che qui, grazie al cielo, in tanti ce l’hanno fatta.
Questa mattina al Lido Jalil Lespert, l'attore che ha restituito nella finzione la figura di Miloud, ha incontrato i cronisti col costume di scena da clown, spargendo bolle di sapone nell’austera sala del Casinò dove si svolge la conferenza.
“Ho accettato il progetto cinematografico - racconta - perché nessuno può farcela a combattere battaglie come questa da solo. Sono convinto che questo film si doveva fare, per accendere i riflettori sul disagio di strada. Sapevo che sarebbe stata un’opera difficile. E bella. E importante”. Quanto al suo atteggiamento sul campo, in quei quindici anni trascorsi tra i cunicoli di Bucarest, Miloud spiega che il segreto del suo atteggiamento è racchiuso nelle sue origini: “Sono franco-algerino - sottolinea - le differenze culturali che c’erano tra mio padre e mia madre mi hanno formato. Non bisogna temere il diverso, non bisosgna giudicare. Abbiamo tutti un lavoro da compiere: accettare l’altro”.
"Questa storia ha un potenziale umano incredibile. - dichiara Jalil Lespert, - Spero che faccia riflettere le persone, soprattutto in un momento in cui dalla politica arrivano proposte di legge sconcertanti, che richiedono la nostra attenzione".
Parole che non possono non far pensare all’attualità italiana degli ultimi mesi. E ad alcuni provvedimenti del nostro governo molto discussi, come le impronte da prendere ai bimbi rom, fortemente volute dal ministro dell’Interno Roberto Maroni.
Su questo Pontecorvo è categorico: “O le prendono a tutti o a nessuno”, attacca. Mentre l’attore principale del suo film, Jalil Lespert, usa parole ancora più forti: “Sono cose scioccanti - dichiara - ricordano un capitolo della nostra storia che speravamo fosse definitivamente chiuso”.
Questo il coté politico. Ma, al di là della carica umanitaria che contiene, Pa-Ra-Da, come ogni opera festivaliera che si rispetti, va giudicata anche con criteri cinematografici. E allora ecco come Lespert difende il film di cui è protagonista dal sospetto di un eccessivo buonismo: “Se è possibile anche per un minuto far riflettere le persone su temi come questo, allora va bene anche il buonismo”. L’ultima parola, però, spetta al regista: “L’idea di Pa-Ra-Da mi è venuta leggendo un articolo di giornale. Ho fatto tante ricerche, poi per dieci giorni sono stato a Bucarest immergendomi nella realtà che fu di Miloud: e sono tornato convinto di voler girare questo film”. Come a dire: buoni sentimenti o meno, racconto la pura verità. Il giudizio del pubblico a partire dal 19 settembre, quando la pellicola arriva nelle sale grazie alla 01 Distribution.
http://parada.ifrance.com/
1 commento:
Maraviglia! peccato poco tempo fa erano a cagliari i ragazzi di Bucarest, ma nn siamo riusciti ad andare a vederli.. anche io sapevo del film, nn vedo l'ora che esca per poterlo vedere..
besos Ire
p.s.
ma una curiosità Marco Pontecorvo è il figlio di Gillo Pontecorvo??
Posta un commento